Escherichia coli, la scoperta che apre la strada al vaccino anti-infarto

di Arnaldo Casali

con la collaborazione di Marcello Dominici, direttore della Struttura complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni

C’è un batterio dietro l’infarto: si chiama “Escherichia coli”, arriva dall’intestino ed è responsabile di buona parte degli attacchi cardiaci e degli ictus.

L’importantissima scoperta è emersa da uno studio tutto italiano portato avanti dal Policlinico Umberto I di Roma e dall’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni, ed è destinata ad aprire nuovi scenari nel campo della prevenzione delle malattie cardiache.

La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista di cardiologia The European Heart Journal, è stata condotta su un campione di 150 pazienti reclutati nei due centri: «I risultati – spiega Marcello Dominici, docente all’Università di Perugia e direttore della Struttura complessa di Cardiologia dell’Ospedale di Terni – hanno dimostrato che nel sangue dei pazienti con infarto miocardico circola questo batterio intestinale, che si concentra nel trombo facilitandone la crescita».

Normalmente l’Escherichia Coli dimora nell’intestino, ma in alcune situazioni può circolare nel sangue e, anche senza manifestare un’infezione, aumentare l’aggregazione piastrinica, quindi un coagulo e la trombosi.

«Per comprendere il motivo della presenza batterica nel sangue – continua Dominici – lo studio ha analizzato la permeabilità intestinale nei soggetti con infarto, ed è risultata alterata rispetto alle persone sane». Le cause dell’aumento della permeabilità intestinale non sono chiare, ma sicuramente è favorita da una dieta ricca di grassi e in pazienti a rischio di malattie cardiovascolari, come quelli affetti da diabete mellito.

«La maggior parte dei ceppi Escherichia coli sono innocui e vivono abitualmente nel nostro intestino – spiega Dominici – ne esistono però alcuni patogeni, come quelli che causano la diarrea: tipica quella “del viaggiatore”». Altri ceppi, invece, favoriti dalla debilitazione del sistema immunitario, dal diabete o dalla presenza di un calcolo o di un catetere, possono risalire le vie urinarie e produrre uretriti, cistiti, prostatiti e – nei casi più gravi – pielonefriti. Altri ceppi patogeni extraintestinali possono determinare meningiti neonatali, setticemie, peritoniti e infezioni di altri organi interni. «L’infezione da ceppi patogeni di Escherichia coli può provenire da acqua o cibo contaminati, soprattutto da alimenti come frutta e verdura, che vengono spesso consumati crudi, ma anche da latte non pastorizzato e carne non cotta». L’Escherichia coli, infatti, è sensibile al calore e quindi la cottura dei cibi permette di neutralizzarlo.

La scoperta del ruolo che riveste nelle malattie cardiache apre un nuovo sorprendente capitolo nella prevenzione: «Finora le conoscenze sulle cause dell’infarto facevano riferimento a noti fattori di rischio: fumo, colesterolo, diabete mellito, ipertensione e familiarità. Ora sappiamo però che questo batterio contribuisce ad amplificare il rischio trombotico, e questo apre nuove prospettive terapeutiche e di prevenzione a vari livelli».

Lo studio della permeabilità intestinale potrebbe riuscire a trovare le cause e le terapie per trattare tutte le condizioni che generano il passaggio del batterio nel sangue e quindi l’aumento delle formazioni trombotiche.

«Abbiamo inoltre individuato la molecola che blocca l’interazione del batterio con la placca aterosclerotica, ed il suo utilizzo potrebbe permettere di fermare la trombosi nella fase acuta dell’infarto».

Non solo ma si apre la strada allo studio di un vaccino anti-infarto, che addirittura sia in grado di prevenire la trombosi delle coronarie.

«La scoperta – conclude Dominici – segna l’inizio di un nuovo capitolo nella ricerca, con importanti sviluppi in termini di prevenzione e di prospettive terapeutiche delle malattie coronariche, e oltre alle applicazioni di cui abbiamo parlato è probabile che avremo presto molte altre sorprese».

La scoperta

Attraverso metodiche di biologia molecolare, l’équipe formata dai ricercatori del Policlinico Umberto I e dell’Ospedale di Terni ha dimostrato che nel sangue dei pazienti con infarto circola l’Escherichia Coli, un batterio di origine intestinale. Il batterio è stato trovato in particolare nel trombo che aveva causato l’occlusione della coronaria e quindi l’infarto del miocardio. I ricercatori hanno inoltre individuato il recettore cellulare a cui l’Escherichia Coli si lega per facilitare la trombosi e hanno bloccato il processo trombotico attraverso un inibitore specifico.

Escherichia coli

È parte integrante della normale flora intestinale dell’uomo e di altri animali e viene espulso con le feci. Si trova normalmente nel colon, e vive a spese dell’organismo umano senza arrecare particolari danni o benefici. Si nutre infatti di zuccheri come lattosio e glucosio, che fermenta originando acidi e gas, e contribuisce alla produzione di vitamina K. I ceppi innocui hanno inoltre la capacità di contrastare la colonizzazione intestinale da parte di agenti patogeni.

I numeri

Ictus e infarto del miocardio colpiscono ogni anno 100mila italiani.

Le cause dell’infarto

La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va a ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco), ma i meccanismi che ne sono alla base non sono mai stati completamente chiariti.

Come prevenire le infezioni da Escherichia coli

Evitare cibi a rischio come carne non cotta a sufficienza e latte non pastorizzato.

Lavare accuratamente gli alimenti crudi.

Lavare gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con prodotti e carne cruda.

Utilizzare contenitori separati per ogni alimento.

Lavarsi bene le mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno, dopo aver cambiato pannolini e dopo aver toccato animali.

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